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Ed ecco il trailer di un Convegno storico. Domenica 10 Novembre 2019, dalla piccola città di Atripalda (Av) è partito l’annuncio dell’esistenza di città su Marte. In verità chiunque avrebbe potuto farlo, basta parlare. Ma noi del CUFOM abbiamo portato, e MOSTRATO, le prove di questa incredibile affermazione. Immagini originali dei resti di antiche città abbandonate presenti sul suolo del pianeta rosso. Altro che tracce di ossigeno, altro che microorganismi! Ed ora godetevi il trailer preparato dai tecnici del CUFOM capeggiati dall’ inarrivabile Luigi de Matteis
Clicca qui il video trailer del Convegno di Atripalda
Marte, sonda MRO, foto HIRISE, Zona di Atlantis Chassis. Si, Proprio Atlantis, Atlantide, nome profetico. Chi l’ha così denominata, nel 2010, forse sapeva quello che scriveva. La foto (Fig. 1) è presente negli archivi dell’Università dell’Arizona che si occupa della gestione delle immagini di Hirise. L’immagine originale è di grandi dimensioni (centinaia di MB) codificata in formato JP2, non leggibile normalmente sui PC. Abbiamo quindi chiesto a Mario Piccaluga (https://www.quora.com/profile/Mario-Piccaluga , noto grafico professionista ) di convertirle in JPG con una dimensione adatta ai normali PC, anche a costo di perdere l’altissima risoluzione della foto. Dopo Mario è entrato in azione l’esperto del CUFOM, Luigi de Matteis che ha letteralmente estratto dalle macerie i “siti archeologici” presenti evidenziando faticosamente le tantissime linee ortogonali della foto.
Fig. 1 (all images of Mars credit NASA/JPL/University of Arizona )
De Matteis ha quindi numerato e delimitato le zone 1 , 2 e 3 mentre io ne ho “illuminato la N. 4, di notevoli dimensioni ed a mio parere di un certo interesse “archeologico”. La foto di Fig. 1 , dalle dimensioni originali, è stata ridotta ad 1,65 Mb, onde poterla postare occupando non più di una videata. I particolari estratti invece, di seguito riportati, sono caratterizzati dalla buona risoluzione delle immagini JPG ricavate dalle più complesse JP2.
Fig. 2
In fig. 2 abbiamo quindi quella denominta come zona 1. Il numero di pixel dei lati è di 1.188 x 780.
Fig. 3
Nella Fig. 3 de Matteis ha faticosamente evidenziato le linee ed i quadratini che compongono l’immagine, mettendo così in risalto l’impossibilità che si tratti di una configurazione naturale. Non risulta da nessuna parte (tranne forse in piccoli cristalli) che la natura operi in modalità così smaccatamente geometrica ed ortogonale. In ambito militare la presenza di linee ortogonali nella prospezione aerea sta ad indicare insediamenti umani. Su Marte non è che le regole siano poi tanto diverse.
Fig. 4
Più complessa ed interessante l’orografia della Fig. 4 con una serie di linee sul terreno apparentemente molto ben organizzate. Mai visto la natura operare simili configurazioni sul terreno. Forse le linee di Nazca possono essere un riferimento, ma ben sappiamo che sono di fattura artificiale. Sul lato sinistro si nota con evidenza la presenza di un decumano, con incroci e “strade” sia sul lato destro che su quello sinistro. Il righello ci dà per quella strada circa 8cm. Ipotizziamo per questa foto una risoluzione di 2 m./pixel
Fig. 5
Anche per la fig. 5 de Matteis ha effettuato l’evidenziazione delle linee, ottenendo un’immagine di estremo interesse, con la facilitazione di poter calcolare le diverse dimensioni dei particolari presenti nell’immagine. Dai calcoli precedenti sappiamo che un cm. sul nostro schermo da 24″ corrisponde a circa 64 pixel. Se ogni pixel corrisponde a 2 metri la nostra “strada” (che abbiamo misurata col righello ottenendo 8 cm.) sarà lunga 64*8*2= 1024 metri, poco più di un Km. Molto realistico come dimensioni.
Fig. 6
Stesse considerazioni possiamo fare con la Fig. 6 e la Fig. 7 relative al sito indicato come 3 nella Fig. 1
Fig. 7
L’analisi effettuata si è limitata ai siti più evidenti, ma nella foto ce ne sono altri evidenziabili sicuramente con immagini a più elevata risoluzione. Sono sicuro che all’Università dell’Arizona siano in possesso di immagini più chiare ottenute con elaborazioni computerizzate molto sofisticate.
Fig. 8
Applicando su questa immagine (Fig. 1) adeguati algoritmi, sarebbe possibile ammirare tutto ciò che sembra essere contenuto nel sito 4 rappresentato nelle Fig. 8 e nella Fig. 9 dove alcuni cerchietti delimitano dei particolari che sembrerebbero essere di una certa importanza. Per osservare meglio la foto, sarebbe opportuno scaricarla ed ingrandirla ulteriormente. L’impressione è di stare di fronte ad un complesso urbano “terremotato” osservato in prospezione aerea. Se diamo retta alle teorie di Velikowsky-Spedicato, un disastro di dimensioni cosmiche avrebbe addirittura sbalzato il pianeta Marte dalla sua orbita (satellite della Terra, affermano i due studiosi) per posizionarlo in quella attuale, distruggendo ovviamente tutte le sue città e strappando via sia l’acqua dai suoi oceani, che l’atmosfera, forse allora presente e respirabile. Molto probabilmente, fra migliaia di siti possibili, sarà proprio qui che scenderà uno dei due rover in partenza dalla Terra per Marte, uno europeo ed uno USA. Non vi chiedete il perchè?
Fig. 9
In definitiva, se diamo ascolto al prof. Emilio Spedicato (Università di Bergamo), solo 10.000 anni fa Marte era un pianeta lussureggiante, abitato da una grande civiltà capace di padroneggiare il viaggio nel cosmo. L’arrivo di un enorme oggetto spaziale (Nibiru? -Tiamat?) nel Sistema Solare avrebbe creato enormi sconvolgimenti, fra cui la separazione del sistema binario Terra-Marte, l’attribuzione alla Terra della Luna, strappata forse al pianeta Giove, il diluvio universale sulla Terra con esito devastante, l’attribuzione a Venere della sua attuale orbita, mentre la precedente era proabilmente intorno a Giove. Ciò spiegherebbe anche le infernali temperature dell’atmosfera di Venere.
Su Ossimoro Marte, in un capitolo denominato “Catastrofe marziana” ho descritto come il Pianeta Rosso possa essere stato bombardato da enormi asteroidi per circa 12 ore (minuto più minuto meno, e spiego anche con quale stratagemma ho calcolato questo lasso di tempo, dopo 10.00 anni dagli avvenimenti). I numerosi impatti o qualche enorme influsso gravitazionale ne hanno quindi spostato l’orbita, distrutta l’atmosfera e dispersi nello spazio gli oceani, forse corresponsabili del successivo diluvio universale sulla Terra.
In Ritorno su Lahmu, pubblicato nel 1016 per i tipi dell’Età dell’Acquario, , ho parlato per la prima volta di “città marziane” suscitando non poche reazioni di perplessità. Ma ciò che si intravedeva su Marte, sotto immani colate di fango, era incontrovertibile.
Stiamo studiando altre foto. Il viaggio … continua.
ing. Ennio Piccaluga presid onorario Cufom
dott. Angelo Carannante presidente Cufom
dott. Nino Capobianco vice presid. Cufom
il N. 5 di CUFOM Magazine
Sala Convegni Pisces
Goden Tulip Resort – Marina di Castello
Sabato 27 Aprile, appuntamento CUFOM a Castel Volturno (Caserta)
dalle ore 16:00 alle ore 21:00 con:
-Angelo Carannante
-Ennio Piccaluga
-Nino Capobianco
-Berardino Ferrara
E la partecipazione speciale del contattato
-Adamo Fucci
L’ingresso è gratuito ma sarà consentito solo su prenotazione telefonica ai numeri indicati sulla locandina.
Chi si lamentava che al Sud non facciamo Convegni?Convegno Cufom ad Avellino, il 18 Novembre. Angelo Carannante, Ennio Piccaluga, Nino Capobianco, Berardino Ferrara, Adamo Fucci.
Domenica 18 Novembre dalle 10 alle 13:30 in Pza. Sparavigna, nella villa comunale di Atripalda (Av). Troverete anche le riviste ed i libri del Cufom. E poi, tutti insieme a pranzo in un ristorantino convenzionato a prezzo speciale.